Cinemaleo’s Blog

Il cinema è la vita a cui sono stati tolti i momenti noiosi (Alfred Hitchcok)

“La solitudine dei numeri primi”

2010: La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo

Ammirevole la capacità del regista di rinnovarsi a ogni suo lavoro e di sorprendere lo spettatore che non sa mai bene cosa aspettarsi.

Un film notevole per vari motivi, ma…

Alla base un romanzo di grande successo, arma a doppio taglio. Da una parte incuriosisce e porta pubblico nelle sale, dall’altra rende ipercritico il lettore-spettatore che non sarà facile da soddisfare. Saverio Costanzo (che sembra non fosse molto convinto del progetto all’inizio) affronta con coraggio la sfida e sceglie di farsi affiancare nella sceneggiatura dallo stesso autore del romanzo, Paolo Giordano. Ed è proprio la sceneggiatura forse la parte lacunosa di un film a cui non mancano meriti. Formalmente bello e curato alla perfezione, il lavoro ha il difetto di non coinvolgere compiutamente e di lasciare lo spettatore perplesso e incredulo di fronte a quanto gli si racconta. Le situazioni che ci vengono presentate, le inquietudini e le sofferenze dei diversi personaggi rispecchiano certamente una possibile realtà ma non appaiono credibili: la «non credibilità» ci impedisce di immedesimarci, di provare empatia con i due protagonisti. Non ce li sentiamo vicini, non ci appassioniamo al loro dramma che analizziamo con interesse ma senza compartecipazione. Da sottolineare che il nostro «distacco» è favorito anche dalle innumerevoli sequenze allungate inutilmente a dismisura (al film gioverebbe un taglio di una buona mezz’ora) e dall’importanza data a una complessità e raffinatezza formale che sconfina con l’esercizio calligrafico e che stride col contesto (una storia così intimista e fortemente psicologica avrebbe avuto bisogno di uno stile molto più asciutto e secco).

La solitudine dei numeri primi è comunque un film degno di essere visto. Costanzo, tra i giovani registi italiani, è senz’altro uno dei migliori e anche quando sbaglia merita la nostra attenzione. Il suo primo lungometraggio, il «politico» Private (uscito nel 2004), trionfatore ai David di Donatello ai Nastri d’Argento e al Festival di Locarno, e il secondo, il «mistico» In memoria di me (del 2007), sono senz’altro tra le opere cinematografiche più interessanti e riuscite degli ultimi anni. Alla sua terza fatica il regista conferma un impegno e una serietà nel fare un cinema diverso: sono indiscutibili e vanno premiati. Qui si dimostra inoltre ottimo conduttore di attori: da Alba Rohrwacher a Luca Marinelli a Isabella Rossellini a Aurora Ruffino a Tommaso Neri… sono tutti molto bravi in ruoli particolarmente difficili.

Un plauso alla musica di Mike Patton: la colonna sonora è particolarmente efficace e funzionale.

scheda

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settembre 14, 2010 - Posted by | cinema-recensioni | , , , , , , , , , , , , , , , , ,

10 commenti »

  1. I primi due film di Costanzo mi avevano entusiasmato, questo un po’ meno. L’ho trovato comunque interessante anche se non mi ha completamente coinvolto.

    Commento di niger | settembre 15, 2010

  2. Film presuntuoso e inconcludente

    Commento di marcello | settembre 15, 2010

  3. Molti hanno rimproverato al film l’uso eccessivo di un continuo andirivieni in tempi diversi. Secondo me invece il suo utilizzo rende il film particolarmente affascinante.

    Commento di dubius | settembre 16, 2010

  4. Non mi sono pentita di averlo visto ma il film non mi è piaciuto (e poi è veramente troppo lungo!).

    Commento di claretta | settembre 20, 2010

  5. La cosa migliore sono gli attori (ma di quello che dice Alba Rohrwacher se ne capisce solo un quarto…).

    Commento di lina | settembre 21, 2010

  6. A me è piaciuto senza riserve

    Commento di alp2000 | settembre 21, 2010

  7. Troppo (inutilmente) sofisticato per commuovere, peccato

    Commento di manlio50 | settembre 26, 2010

  8. Saverio Costanzo traspone in film il bestseller di Paolo Giordano, una trama complessa, intricata ma dotata di una sua attrattiva per via dell’evoluzione dei personaggi. Questa buona base di partenza viene però rovinata da una pretenziosità fuori dal comune, con inquadrature forzate, effetti visivi insensati e in generale un approccio alla regia rigido, impostato, pensato per far risaltare la bravura dell’autore piuttosto che la storia raccontata…

    Commento di filmora | ottobre 3, 2010

  9. Incastrata, si fa per dire, a leggere il libro non sono riuscita a finirlo e quindi il film nn mi ha beccato

    Commento di marina | novembre 27, 2010

  10. Direi che di film italiani così se ne vedono pochi, bravo Costanzo, ma ha il difetto della straordinarietà della storia e dei protagonisti, mentre le linee temporali sono normalmente, sconvolte, come vogliono ora la tv o il cinema. Salverei in toto solo Alba.

    Commento di agegiofilm | ottobre 29, 2011


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