Cinemaleo’s Blog

Il cinema è la vita a cui sono stati tolti i momenti noiosi (Alfred Hitchcok)

“La donna del ritratto”

1944: The Woman in the Window di Fritz Lang


Critica e pubblico completamente concordi. Un piccolo gioiello, mille volte imitato ma mai eguagliato.

Delitto di lesa maestà per un capolavoro del cinema, un film indimenticabile che ha fatto scuola: sugli schermi televisivi circola una copia colorata, uno scempio che distrugge la magnifica fotografia di Milton Krasner e annulla la mirabile atmosfera creata dal grande Fritz Lang (che, anche in America, non dimentica la lezione espressionista).

Coinvolgente, onirico, beffardo, raffinato e preciso, teso e massimamente asciutto, a volte surreale … uno dei più celebri noir degli anni 40 (l’epoca d’oro per questo genere). Amato immediatamente dagli spettatori alla sua uscita, osannato da tutti gli addetti ai lavori: “Un Fritz Lang a 18 carati” (Internet Theater), tratto da un romanzo di J.H. Wallis, che il regista tedesco utilizza per riprendere i temi a lui cari dello sdoppiamento tra realtà e apparenza, del confine spesso labile tra innocenza e colpevolezza…” (MyMovies), “Superlativo noir dallo stile inesorabile” (il Morandini).

Giusta l’analisi (impossibile non concordare) di Emanuela Andreocci: La sempre attenta e onnipresente regia di Lang dissemina tutto la pellicola di copiose indicazioni che lo spettatore, non pronto subito a coglierle, prenderà in considerazione solo in seguito, scoprendo che fin dall’ inizio il regista è stato estremamente generoso nell’ offrire indizi metonimici e numerose chiavi di lettura significative.
Sulla lavagna, con la macchina da presa che pian piano si avvicina zoommando sulla figura del professore, leggiamo chiaramente il nome di Sigmund Freud. Nulla di strano che per una lezione del genere sia citato il padre della psicanalisi, ma non è una scelta né ovvia né casuale: anche questo, come molti altri, è un segno voluto”.

Superlativo il cast che vede riuniti tanti volti indimenticabili della Hollywood di un tempo, con -tra gli altri- un sempre magnifico Edward G. Robinson dall’eccezionale talento (qui in una delle sue migliori interpretazioni) e, nel ruolo della dark lady di turno, una splendida Joan Bennett (che Lang utilizzerà per ben quattro volte).

Una vera e propria lezione di cinema… da non vedere in televisione.

p.s.

1) Lo stesso cast comparirà un anno dopo ne La strada scarlatta

2) Nel 1997 è uscito un fortunatissimo romanzo dello spagnolo Javier Cercas che riprende il titolo del film di Lang: vi si parla del fallimento esistenziale del protagonista che, all’uscita di un cinema, dove proiettano “La donna del ritratto”,  si imbatte nella ragazza che aveva inutilmente amato nella sua giovinezza…

scheda

dicembre 3, 2009 - Posted by | cinema-recensioni, classici | , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

6 commenti »

  1. E’ passato più di mezzo secolo… ma resta uno splendido film. Grande regia, interpreti perfetti, suspense a non finire. Ironia al punto giusto (cosa non facile).

    Commento di annafiore79 | dicembre 4, 2009

  2. Scenografia e fotografia erano importantissime per Lang: non puro elemento decorativo ma espressivo. Colorare la pellicola significa appiattire il tutto e tradire il cinema

    Commento di giuliano | dicembre 4, 2009

  3. Uno dei miei preferiti di Lang… bella lei, ottimo il grande Robinson… bianco e nero perfetto da grande maestro… un film che può far dire… abbasso il digitale

    Commento di marina | dicembre 18, 2009

  4. Finale per l’epoca atipico, tante volte imitato ma qui giustificato da tutto l’assunto del film. Robinson è un gigante della recitazione.

    Commento di mira-anna | gennaio 5, 2010

  5. “Dietro la porta chiusa” e “Un alibi perfetto” sono altri 2 film di Fritz Lang assolutamente imperdibili. La qualità migliore delle sue opere é quella di avere tutte un’ottima “vedibilità postuma”, per usare un’espressione cara a Farinotti. Sono favorite in questo non solo dalla bravura del regista, ma anche dal fatto di trattare temi universali, come la giustizia, la debolezza umana, la difficoltà nell’ arrivare a capire la verità. La riprova di quanto sia attuale il suo cinema l’ abbiamo avuta 2 anni fa, quando é uscito il remake di “Un alibi perfetto.” Anch’esso un ottimo lavoro, molto sottovalutato da pubblico e critica.

    Commento di wwayne | marzo 3, 2011


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