“Cosa voglio di più”
2010: Cosa voglio di più di Silvio Soldini
Critica per lo più entusiasta per questo lavoro presentato in anteprima all’ultimo Festival di Berlino:
“Soldini si conferma un artista coi fiocchi” (Il Giornale), “Un bel film” (La Stampa), “Stranissimo bellissimo film” (L’Unità), “Bellissimo film” (Il Corriere della Sera).
Silvio Soldini ha realizzato almeno tre dei più bei film italiani degli ultimi anni (Pane e tulipani, Le acrobate, Giorni e nuvole) ma questa volta non appare all’altezza dei suoi prodotti del passato.
Cosa voglio di più è sicuramente un film che merita attenzione e conferma le ottime doti del regista (abile utilizzo della macchina da presa, sensibilità raffinata, ottima conduzione degli attori…) ma presenta notevoli difetti che ne inficiano la qualità. Innanzitutto è eccessivamente e inutilmente lungo (quanto viene raccontato non merita la durata di 121 minuti). L’importanza data a personaggi secondari e a episodi marginali non è giustificata dalla narrazione e se ne poteva (doveva) fare a meno: distraggono, disturbano… finiscono col dare l’impressione di riempitivi e di corollari tutt’altro che necessari. Soprattutto ciò che non soddisfa è il ritratto dei due protagonisti al cui comportamento non si dà alcuna motivazione e impedisce allo spettatore di essere compartecipe del loro dramma. Protagonisti che non attirano la nostra simpatia, non ci sentiamo vicini, non ci coinvolgono -(1)-. Giustamente Lietta Tornabuoni, su L’Espresso, dà un giudizio negativo sull’impostazione data ai personaggi: “Non sono persone del mondo in cui viviamo… Sono stereotipi, adottati per giustificare e mandare avanti la storia”. Mariuccia Costa, su Il Manifesto, parla addirittura di “corpi senza anima”.
Ciò che valorizza Cosa voglio di più è la prestazione veramente notevole dell’intero cast: tutti bravissimi, tutti impegnati al massimo. Un plauso particolare ad Alba Rohrwacher, sempre eccezionale in tutto quanto ha finora fatto ma che qui supera se stessa: una interpretazione, la sua, che sarà ricordata a lungo.
note
-(1)-
Si faccia il confronto con I ponti di Madison County, film, come questo, che tratta l’argomento del «tradimento»: all’inizio c’è una piccola grande scena che vede Meryl Streep dare la colazione alla sua famiglia; dura pochi minuti… ma rivela tutto un mondo dietro la protagonista che spiega e motiva quanto avverrà dopo.
Effettivamente non si capisce perché il buon Soldini abbia allungato a dismisura una storia non certo originale e piuttosto squallida. Un film non entusiasmante, talento sprecato.
Commento di dubius | Mag 3, 2010
Lento e noioso ma lei è bravissima…
Commento di lorenzo | Mag 3, 2010
L’ho visto con amici che l’hanno giudicato scontato e lento… eppure io mi sono lasciata coinvolgere ed emozionare
Commento di laura | Mag 5, 2010
Dopo un’ora la tentazione era di alzarmi e andarmene, non l’ho fatto e me ne pento
Commento di fabrizio | Mag 5, 2010
Spiacevolmente sorpresa. Ammiro molto Soldini ma questa volta “ha toppato”
Commento di zazie | Mag 8, 2010
Non sembra realizzato dallo stesso regista del bellissimo “Giorni e nuvole”.
Commento di nino | Mag 12, 2010
Un film che rasenta il ridicolo nella sua banalità… Da sconsigliare assolutamente
Commento di giulinofox | Mag 16, 2010